Sono bastate due dichiarazioni da parte di Trump e Merkel, i due personaggi che in questo periodo più contano in Occidente, per far dimenticare ieri ai mercati finanziari le incertezze (in USA) ed i timori (in Europa) vissuti nelle sedute precedenti della settimana. Tutti e tre gli indici principali americani (Dow Jones, SP500 e Nasdaq), nonostante due trimestrali bruttine, presentate da Twitter e Coca Cola, hanno trovato la forza per spiccare un salto convinto e superare ancora una volta l’asticella del massimo storico. SP500, l’indice che seguiamo principalmente, ha portato il suo record nell’intraday a 2.311 e fissato in chiusura i 2.308 punti. Le borse europee, che in settimana avevano scontato i timori di dissoluzione dell’euro per la sibillina richiesta della Merkel di inserire negli statuti UE la possibilità di differenziare la velocità di integrazione tra i vari paesi, hanno fugato in buona parte le paure, ritrovando compratori, ed hanno esteso il rimbalzo iniziato giovedì.
Che cosa hanno detto i due leader occidentali di tanto zuccheroso?
Trump negli ultimi giorni sta subendo un certo appannamento di immagine, sia per le sconfitte subite in ambito giudiziario che per le disavventure private della figlia in campo commerciale. Anche ieri ha perso un’altra battaglia legale alla Corte d’Appello di San Francisco, che ha bocciato, all’unanimità, il suo ricorso per ripristinare l’ordine esecutivo che bandisce gli ingressi in USA per i cittadini dei sette stati musulmani accusati di esportare terroristi. Ora non gli resta che ricorrere alla Corte Suprema, dove però anche il “suo” giudice, appena nominato, che avrebbe dovuto portare la maggioranza degli orientamenti politici in seno alla Corte verso il campo conservatore, in attesa di confermada parte del Congresso, lo ha già pugnalato alle spalle, definendo “avvilenti” e “demoralizzanti” gli attacchi alla Magistratura da parte dei tweet rabbiosi del Presidente.
Meglio per lui allora andare sul terreno sicuro delle promesse in campo economico, che non costano nulla, alzano il morale dei suoi sostenitori e consentono ai mercati di ricostituire le aspettative rialziste che negli ultimi giorni sembravano appannate. Eccolo allora sparare la promessa di attuare entro qualche settimana un piano fiscale “fenomenale”. Il tema dei tagli alle tasse è musica per le orecchie degli investitori, che non se lo sono fatto ripetere due volte ed hanno immediatamente ricominciato a comprare, trascinando Wall Street al “triplete” dei massimi storici.
In Europa invece non si può, ovviamente, parlare di tagli fiscali. Ieri però Draghi ha avuto l’atteso vertice con la Merkel e deve averla adeguatamente informata sui rischi che corre l’Eurozona se i mercati vengono lasciati liberi di interpretare il senso della sua sibillina richiesta delle due velocità. I mercati infatti, a caldo, hanno temuto la possibile separazione dell’Eurozona in due parti, con conseguenti penalizzazioni dei paesi candidati a restare nella serie B.
La Merkel allora, in modo inusuale, ha precisato a fine incontro, per sgombrare il campo dall’equivoco, che non intendeva parlare di due velocità nell’Eurozona. “Anzi – ha aggiunto – l’area dell’euro deve essere coesa e continuare a sostenere tutti i progetti varati assieme come il fondo salva-Stati. Su questo punto ci deve essere chiarezza”. La smentita è evidente e senza equivoci. Ma allora la doppia velocità cosa riguarda? Sostanzialmente non gli argomenti monetari ed economici, ma la difesa comune, l’immigrazione, la giustizia, la circolazione interna delle persone, dove debbono essere possibili forme di cooperazione rafforzata da parte di gruppi di stati, ma aperte a tutti quelli che vogliono aderire, pur senza obbligo di farlo. Insomma: quisquiglie per i mercati.
La precisazione della Merkel favorisce così il deciso ridimensionamento degli incubi monetari che hanno occupato in settimana la mente degli investitori. Allora gli spread si sono ridotti, tornando quasi ai valori della settimana scorsa, i settori azionari più penalizzati nei giorni scorsi in Europa hanno recuperato ed i paesi nell’occhio del ciclone (Italia, Spagna, Francia) hanno respirato.
L’indice Eurostoxx50 ha messo a segno un tonico +1,3% e recuperato tutto il calo settimanale, tornando vicino ai massimi di venerdì scorso di 3.284, che, se venissero superati, produrrebbero l’inversione di tendenza di breve ed il probabile attacco ai massimi di questo scorcio d’anno a 3.342.
Il nostro Ftse-Mib (+0,94% a 18.947) è un po’ più distante dal punto di inversione rialzista di breve, dato che deve riuscire a superare 19.170. Se ce la dovesse fare, anche per lui l’obiettivo sarebbero i massimi del 2017, segnati il 26 gennaio a 19.785.
Passata è la tempesta, odo augelli far festa.
Pierluigi Gerbino www.borsaprof.it