martedì, Maggio 14

La fuga di cervelli ci costa 5 miliardi

Squinzi Presidente della Confindustria: “I nostri competitori increduli ringraziano del prezioso regalo”.

In questo periodo di apparente pacificazione politica, in cui l’attuale governo si sta dimenando tra scambi di potere e privilegi, organizzandosi in ritiri spirituali di potere, si sta perdendo di vista ancora una volta un’altra grande emorragia del paese: la fuga di cervelli.
In questo quadro sconfortante ed di enormi perdite di tempo, emerge chiara e precisa la denuncia di Squinzi Presidente della Confindustria. Candidamente rievoca per chi l’avesse dimenticata, una delle piaghe senza soluzione che caratterizza la perdita esponenziale di competitività intellettuale e tecnica del nostro paese. “Un emorragia continua che si sta diffondendo anche tra gli studenti migliori”.
Milano 13 maggio convegno al Politecnico di Milano, il presidente della Confindustria dichiara senza mezzi termini che la fuga dei cervelli dal nostro paese costa “grosso modo 5 miliardi di euro”. Gli Italiani sono si storicamente un popolo di emigranti, ma non vantano più il record di “esportazione” di camerieri, di cuochi, di minatori o di mafiosi. Il bel paese non è popolato esclusivamente di persone dedite alla cucina o con la mission del servizio in sala come unico scopo ultimo della loro vita professionale. Bensì esistono centinaia di migliaia di professionisti, ricercatori e dottori che si dimenano, dopo anni di sacrifici di studio e masters vari costosissimi, nel dedalo ital-burocratico-nepotistico senza successo. Perdendo tempo risorse, pazienza e speranza, si rimane comunque completamente tagliati fuori dal sistema Italia e si è costretti a sradicarsi dal proprio habitat per cercare no fortuna ma semplicemente un lavoro dignitoso per le competenze e preparazioni tanto sudate.
Secondo Squinzi “noi adulti siamo stati troppo indulgenti in tutti i campi con la mediocrità e il nepotismo e lo scivolamento progressivo del nostro paese nelle classifiche mondiali di competitività è anche il frutto di questa eccessiva tolleranza”.
Risultato: Italia uguale potenziale intellettuale e tecnico a costo zero, per la Germania, la Francia e l’Inghilterra (solo per citare alcune delle mete offerenti maggiori possibilità lavorative in Europa) “I nostri competitori increduli ringraziano del prezioso regalo”. E così avviene da anni quel superamento da parte dei nuovi competitori asiatici delle nostre università che essendo totalmente inaccessibili e blindate per un qual si voglia professionista, impediscono sistematicamente di potersi costruire una carriera universitaria, medica, tecnica e professionale in genere.
Il nostro paese rimane comunque miope e avaro continuando ad operare secondo registri antiquati e regolati dalle solite caste avide e improduttive che hanno impoverito definitivamente la qualità e il futuro del nostro Bel Paese e delle sue ultime generazioni.
E.T.